Ciascun lavoratore (datore o dipendente) è la mano di Cristo che continua a creare e a fare del bene”.

Sant’Ambrogio

Questa Pasqua ci porta oltre un profondo cambiamento dello scenario economico e politico. Dopo l’emergenza Covid-19, tutto cambierà inevitabilmente ed in maniera significativa.

Cambieranno gli equilibri politici e sociali, cambieranno modi di produrre e di consumare, di fare impresa e di investire, di studiare e di stare in società ed in famiglia.

Questa esperienza di forzata solitudine e di rallentamento lavorativo sollecitano alcune riflessioni:

  1. La riscoperta di equilibri familiari ormai dimenticati. Stare a casa tutti insieme contemporaneamente, stimola analisi organizzativa, oltre a far si che si ripropongano momenti di grande intimità comune ormai dimenticati (un film tutti insieme sul divano, o fare le parole crociate con le proprie figlie, perché io vedo poco senza occhiali). Siamo diventati maestri nel fare ciambelloni e biscotti.

  2. L’Europa si rivela profondamente diversa da quella che avevamo in mente. Risposte volgari e faziose da parte di nostri presunti partners, lasciano uno sfregio indelebile sul nostro Paese. Abbiamo chiesto aiuto e comprensione di fronte ad una emergenza sanitaria di proporzioni straordinarie.

  3. Il nazionalismo economico si mostra sempre più dannoso per le nostre comunità, come quello sociale e politico. Occorre ripensare a come investire e riproporre tutta la nostra struttura produttiva in futuro.

  4. Dobbiamo porre estrema attenzione alla deglobalizzazione, già in parte in atto con il reshoring di molte imprese.

  5. Ricordiamoci di mai più disinvestire in strutture sanitarie pubbliche, da qui in avanti. Chi sta meglio di noi è perché ha solo più letti di terapia intensiva disponibili, non per quale altro motivo misterioso.

  6. Abbiamo una tra le migliori espressioni professionali ed umane al mondo e sono i nostri medici, infermieri e ooss.

  7. Abbiamo l’occasione per rendere vera e funzionante la nostra smart education; scuola anche da casa o a distanza per tutti, quando necessario.

  8. Noi imprenditori dobbiamo puntare di più sullo smart working, le tecnologie sono già in nostro possesso da anni.

  9. Cambieremo modo di comprare, di vendere e di goderci i beni. Il turismo, la ristorazione, gli eventi sociali e sportivi cambieranno per sempre le loro modalità organizzative ed esecutive. La moneta elettronica dilagherà, anche per i più riottosi e i favoriti saranno i mercati hi-tech e quelli, inediti sino ad oggi, della salute fai da te (oggetti per fare le prime valutazioni da casa e poi trasmetterle al proprio medico di famiglia). Crescerà la telemedicina e cresceranno investimenti in ricerca.

  10. Cambierà anche il modo di fare formazione. Tutti saranno chiamati ad investire nel settore, soprattutto per essere in grado di individuare nuovi spazi di libertà dove fare impresa e realizzare progetti che ancora non sono stati pensati. Non sarà più sufficiente la formazione tecnica, ma servirà anche una base umanistica per imparare a pensare in maniera più efficace ed organizzata.

Facciamo nostre le parole dell’arcivescovo Mons.. Fabio Dal Cin, Delegato Pontificio di Loreto, pronunciate in occasione del messaggio rivolto a tutto il mondo del lavoro per questa Pasqua (giovedì santo 2020): “Proprio per questo bisogna rivolgersi alla comunità del lavoro, dipendenti e dirigenti pubblici e privati, imprenditori, professionisti. Ringraziamo il Signore per il servizio prestato a beneficio di tutta la società, svolgendo bene ed onestamente ciascuno il proprio lavoro. Siamo tutti consapevoli che siamo di fronte ad una trasformazione che chiede siano ben chiari in noi i valori che fondano la nostra vita, come persone e come comunità. L’emergenza infatti ha senza dubbio messo in luce tante cose che non vanno bene. Ma al tempo stesso ha risvegliato valori, che sembravano sopiti: forza di volontà, responsabilità, umanità, semplicità, rispetto, spirito di sacrificio e di adattamento, solidarietà. Mai come adesso si avverte quanto siamo tra noi connessi e interdipendenti.

Il pensiero corre a quanti di noi stanno continuando a recarsi nelle aziende con la paura e l’angoscia del contagio. Siamo una rete produttiva che rappresenta la spina dorsale che sostiene l’intero nostro sistema imprenditoriale.

Grazie per la dedizione e l’impegno!

Nello spirito della risurrezione, ripartiamo affrontando la faticosa ripresa con intento collaborativo, per camminare e costruire insieme un modello produttivo e di vita sociale capace di realizzare un’economia sostenibile anche nel nostro territorio e di competere nel mondo”.

Permetteteci allora di inviarvi i nostri più sinceri auguri per una serena Pasqua; molto semplicemente vorremmo tanto potervi abbracciare tutti e manifestarvi il nostro affetto.

Il futuro sarà migliore, solo se noi lo vorremo.

Marco Scalmati – Presidente CAM