“Ciascun lavoratore (datore o dipendente) è la mano di Cristo che continua a creare e a fare del bene”.
Sant’Ambrogio
Questa Pasqua ci porta oltre un profondo cambiamento dello scenario economico e politico. Dopo l’emergenza Covid-19, tutto cambierà inevitabilmente ed in maniera significativa.
Cambieranno gli equilibri politici e sociali, cambieranno modi di produrre e di consumare, di fare impresa e di investire, di studiare e di stare in società ed in famiglia.
Questa esperienza di forzata solitudine e di rallentamento lavorativo sollecitano alcune riflessioni:
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La riscoperta di equilibri familiari ormai dimenticati. Stare a casa tutti insieme contemporaneamente, stimola analisi organizzativa, oltre a far si che si ripropongano momenti di grande intimità comune ormai dimenticati (un film tutti insieme sul divano, o fare le parole crociate con le proprie figlie, perché io vedo poco senza occhiali). Siamo diventati maestri nel fare ciambelloni e biscotti.
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L’Europa si rivela profondamente diversa da quella che avevamo in mente. Risposte volgari e faziose da parte di nostri presunti partners, lasciano uno sfregio indelebile sul nostro Paese. Abbiamo chiesto aiuto e comprensione di fronte ad una emergenza sanitaria di proporzioni straordinarie.
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Il nazionalismo economico si mostra sempre più dannoso per le nostre comunità, come quello sociale e politico. Occorre ripensare a come investire e riproporre tutta la nostra struttura produttiva in futuro.
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Dobbiamo porre estrema attenzione alla deglobalizzazione, già in parte in atto con il reshoring di molte imprese.
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Ricordiamoci di mai più disinvestire in strutture sanitarie pubbliche, da qui in avanti. Chi sta meglio di noi è perché ha solo più letti di terapia intensiva disponibili, non per quale altro motivo misterioso.
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Abbiamo una tra le migliori espressioni professionali ed umane al mondo e sono i nostri medici, infermieri e ooss.
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Abbiamo l’occasione per rendere vera e funzionante la nostra smart education; scuola anche da casa o a distanza per tutti, quando necessario.
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Noi imprenditori dobbiamo puntare di più sullo smart working, le tecnologie sono già in nostro possesso da anni.
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Cambieremo modo di comprare, di vendere e di goderci i beni. Il turismo, la ristorazione, gli eventi sociali e sportivi cambieranno per sempre le loro modalità organizzative ed esecutive. La moneta elettronica dilagherà, anche per i più riottosi e i favoriti saranno i mercati hi-tech e quelli, inediti sino ad oggi, della salute fai da te (oggetti per fare le prime valutazioni da casa e poi trasmetterle al proprio medico di famiglia). Crescerà la telemedicina e cresceranno investimenti in ricerca.
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Cambierà anche il modo di fare formazione. Tutti saranno chiamati ad investire nel settore, soprattutto per essere in grado di individuare nuovi spazi di libertà dove fare impresa e realizzare progetti che ancora non sono stati pensati. Non sarà più sufficiente la formazione tecnica, ma servirà anche una base umanistica per imparare a pensare in maniera più efficace ed organizzata.
Facciamo nostre le parole dell’arcivescovo Mons.. Fabio Dal Cin, Delegato Pontificio di Loreto, pronunciate in occasione del messaggio rivolto a tutto il mondo del lavoro per questa Pasqua (giovedì santo 2020): “Proprio per questo bisogna rivolgersi alla comunità del lavoro, dipendenti e dirigenti pubblici e privati, imprenditori, professionisti. Ringraziamo il Signore per il servizio prestato a beneficio di tutta la società, svolgendo bene ed onestamente ciascuno il proprio lavoro. Siamo tutti consapevoli che siamo di fronte ad una trasformazione che chiede siano ben chiari in noi i valori che fondano la nostra vita, come persone e come comunità. L’emergenza infatti ha senza dubbio messo in luce tante cose che non vanno bene. Ma al tempo stesso ha risvegliato valori, che sembravano sopiti: forza di volontà, responsabilità, umanità, semplicità, rispetto, spirito di sacrificio e di adattamento, solidarietà. Mai come adesso si avverte quanto siamo tra noi connessi e interdipendenti.
Il pensiero corre a quanti di noi stanno continuando a recarsi nelle aziende con la paura e l’angoscia del contagio. Siamo una rete produttiva che rappresenta la spina dorsale che sostiene l’intero nostro sistema imprenditoriale.
Grazie per la dedizione e l’impegno!
Nello spirito della risurrezione, ripartiamo affrontando la faticosa ripresa con intento collaborativo, per camminare e costruire insieme un modello produttivo e di vita sociale capace di realizzare un’economia sostenibile anche nel nostro territorio e di competere nel mondo”.
Permetteteci allora di inviarvi i nostri più sinceri auguri per una serena Pasqua; molto semplicemente vorremmo tanto potervi abbracciare tutti e manifestarvi il nostro affetto.
Il futuro sarà migliore, solo se noi lo vorremo.
Marco Scalmati – Presidente CAM